Un viaggio tra scienza, misteri e tecnologia, a cura della redazione di Mondo Arcano in collaborazione con il Mystery Investigation & Research (MIR) Il podcast audio di questo articolo lo trovate QUI nel nostro canale YouTube.
Introduzione: Ascoltando il Silenzio dello Spazio
Da quando l’umanità ha alzato lo sguardo verso le stelle, una domanda ha tormentato scienziati, filosofi e sognatori: siamo soli nell’universo? Con l’avvento della radioastronomia, questa curiosità si è trasformata in una ricerca scientifica strutturata, volta a captare segnali radio anomali che potrebbero rivelare la presenza di civiltà extraterrestri. Dai primi esperimenti pionieristici agli algoritmi di intelligenza artificiale di oggi, la caccia ai segnali dallo spazio è un intreccio di scoperte, smentite, misteri irrisolti e speranze per il futuro. In questo articolo, realizzato dalla redazione di Mondo Arcano con la supervisione del Mystery Investigation & Research (MIR), esploriamo l’affascinante mondo della radioastronomia, il progetto SETI, i segnali più enigmatici della storia, i radiotelescopi iconici, le figure chiave, le curiosità e le prospettive future di questa avventura cosmica.
L’Alba della Radioastronomia: Le Origini della Caccia ai Segnali
La radioastronomia nasce negli anni ’30, quando l’ingegnere americano Karl Jansky scoprì che la Via Lattea emetteva onde radio. Questo segnò l’inizio di una nuova era per l’astronomia, permettendo di “ascoltare” il cosmo in modi prima impensabili. Tuttavia, fu solo negli anni ’60 che la ricerca di segnali artificiali, potenzialmente prodotti da civiltà aliene, prese forma con il progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), ideato dall’astronomo Frank Drake.
Drake, figura cardine della radioastronomia, avviò il Progetto Ozma nel 1960, utilizzando il radiotelescopio di Green Bank (Virginia Occidentale) per osservare due stelle vicine, Tau Ceti ed Epsilon Eridani, alla frequenza di 1,420 GHz, nota come “linea dell’idrogeno”. Sebbene non rilevò segnali alieni, il progetto pose le basi per la ricerca moderna di technosignatures, ovvero firme tecnologiche di civiltà avanzate.
Da allora, i radiotelescopi sono diventati gli “orecchi” dell’umanità, scandagliando il cielo alla ricerca di segnali a banda stretta, tipici di trasmissioni artificiali, in contrasto con le emissioni a banda larga delle sorgenti naturali come stelle e pulsar.
Il Progetto SETI: Una Missione per Rispondere alla Grande Domanda
Il Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI) è uno dei progetti scientifici più ambiziosi e affascinanti della storia moderna. Nato con l’obiettivo di rispondere alla domanda “Siamo soli nell’universo?”, SETI combina astronomia, tecnologia avanzata e speculazione filosofica per cercare segnali di civiltà aliene attraverso l’analisi di onde radio e, in misura minore, segnali ottici. Dalla sua nascita negli anni ’60, il progetto ha attraversato fasi di entusiasmo, critiche, scoperte e battute d’arresto, diventando un simbolo della curiosità umana. In questa analisi approfondita, realizzata da Mondo Arcano con la supervisione del Mystery Investigation & Research (MIR), esploriamo la storia, gli obiettivi, le metodologie, i successi, le controversie e il futuro del progetto SETI, con un focus su dettagli tecnici, personaggi chiave, strumenti utilizzati e implicazioni culturali.
Le Origini del SETI: Dalle Idee Visionarie ai Primi Passi
L’idea di cercare vita intelligente nello spazio risale a speculazioni filosofiche antiche, ma fu solo nel XX secolo che la scienza rese possibile un approccio sistematico. Nel 1959, gli astronomi Giuseppe Cocconi e Philip Morrison pubblicarono un articolo su Nature intitolato “Searching for Interstellar Communications”, proponendo che le onde radio, grazie alla loro capacità di viaggiare a grandi distanze con poca dispersione, fossero il mezzo ideale per comunicare tra stelle. Suggerirono di concentrarsi sulla frequenza di 1,420 GHz, corrispondente alla “linea dell’idrogeno neutro”, una frequenza naturale che qualsiasi civiltà avanzata potrebbe scegliere per trasmettere segnali.
Questa idea ispirò Frank Drake, un giovane astronomo dell’Università di Cornell, che nel 1960 avviò il Progetto Ozma, considerato il primo esperimento SETI. Utilizzando il radiotelescopio di Green Bank (Virginia Occidentale), Drake osservò due stelle vicine, Tau Ceti ed Epsilon Eridani, per sei ore al giorno per quattro mesi, cercando segnali a banda stretta, tipici di trasmissioni artificiali. Sebbene non trovò nulla, Ozma dimostrò la fattibilità della ricerca e aprì la strada a progetti più ambiziosi.
Nel 1961, Drake organizzò la prima conferenza SETI a Green Bank, dove propose la celebre Equazione di Drake. Questa formula stima il numero di civiltà comunicanti nella Via Lattea, considerando fattori come il numero di stelle, la probabilità di pianeti abitabili e la durata delle civiltà tecnologiche. Sebbene speculativa, l’equazione rimane un punto di riferimento per il SETI.
L’Evoluzione del SETI: Da Progetto Pionieristico a Istituto Globale
Negli anni ’70 e ’80, il SETI si espanse grazie a finanziamenti pubblici e privati. Nel 1971, la NASA finanziò uno studio chiamato Project Cyclops, che proponeva la costruzione di un array di 1.500 radiotelescopi per scandagliare il cielo. Tuttavia, i costi elevati (stimati in miliardi di dollari) e lo scetticismo di alcuni politici portarono alla cancellazione del progetto.
Nel 1984, il SETI Institute fu fondato a Mountain View, California, da scienziati come Jill Tarter e Thomas Pierson, con l’obiettivo di centralizzare gli sforzi di ricerca. L’istituto divenne il cuore pulsante del SETI, coordinando progetti come il Progetto Phoenix (1995-2004), che analizzò circa 800 stelle entro 200 anni luce utilizzando radiotelescopi come Arecibo (Porto Rico) e Parkes (Australia). Phoenix era il successore del programma NASA SETI, interrotto nel 1993 dopo critiche politiche che lo definivano una “caccia agli omini verdi”.
Negli anni 2000, il SETI si aprì alla partecipazione pubblica con SETI@home, un progetto di calcolo distribuito lanciato nel 1999 dall’Università di Berkeley. Milioni di volontari in tutto il mondo prestarono la potenza di calcolo dei loro computer per analizzare dati radio raccolti dal radiotelescopio di Arecibo, cercando segnali anomali. SETI@home, chiuso nel 2020, ha elaborato oltre 20 anni di dati senza trovare prove definitive, ma ha dimostrato il potenziale della citizen science.
Metodologie e Tecnologie del SETI
Il SETI si basa su due approcci principali: ascolto passivo e messaggistica attiva. Ecco come funzionano:
- Ascolto Passivo (Passive SETI)
La strategia principale consiste nel captare segnali radio o ottici emessi intenzionalmente o accidentalmente da civiltà aliene. I radiotelescopi scandagliano il cielo, concentrandosi su:- Segnali a banda stretta: Trasmissioni artificiali, come quelle usate per radio o TV terrestri, occupano una banda di frequenza ristretta (pochi Hz), distinguendosi dalle emissioni naturali a banda larga (stelle, pulsar).
- Frequenze specifiche: La “linea dell’idrogeno” (1,420 GHz) e altre frequenze naturali, come la linea dell’idrossile (1,6-1,7 GHz), formano il cosiddetto “water hole”, una regione dello spettro considerata ideale per comunicazioni interstellari.
- Technosignatures: Oltre ai segnali radio, il SETI cerca firme tecnologiche, come emissioni laser, megastrutture (es. sfere di Dyson) o inquinamento atmosferico su esopianeti.
I radiotelescopi utilizzati includono:- Arecibo (fino al 2020): Con un piatto di 305 metri, era ideale per rilevare segnali deboli.
- Green Bank Telescope: Il più grande radiotelescopio orientabile (100 metri).
- FAST (Cina): Con un diametro di 500 metri, è il più grande radiotelescopio a piatto singolo al mondo.
- Allen Telescope Array (California): Un array di 42 antenne progettato specificamente per il SETI.
- SETI Attivo (Active SETI o METI)
Questo approccio prevede l’invio di messaggi verso stelle lontane, nella speranza che una civiltà li riceva. Il più famoso è il Messaggio di Arecibo (1974), trasmesso verso l’ammasso globulare M13, a 25.000 anni luce. Il messaggio, una matrice binaria di 1.679 bit, codificava informazioni su numeri, DNA, il Sistema Solare e l’umanità. Altri esempi includono i messaggi inviati nel 1999 e 2003 verso stelle vicine dal radiotelescopio di Evpatoria (Ucraina), come il Cosmic Call.Il METI è controverso: scienziati come Stephen Hawking hanno avvertito del rischio di attirare civiltà ostili. Nel 2015, il dibattito ha portato a linee guida etiche per il METI, richiedendo consenso internazionale prima di inviare segnali. - Intelligenza Artificiale e Big Data
La mole di dati raccolti dai radiotelescopi è immensa: un singolo giorno di osservazioni può generare terabyte di informazioni. Algoritmi di machine learning, come quelli sviluppati per Breakthrough Listen, filtrano interferenze terrestri (satelliti, microonde, cellulari) e identificano pattern anomali. Ad esempio, nel 2023, un algoritmo dell’Università di Toronto ha isolato otto segnali promettenti da 820 stelle, anche se non confermati. L’IA potrebbe anche decodificare messaggi alieni, analizzando strutture matematiche universali.
I Progetti Principali del SETI
Il SETI si articola in numerosi progetti, spesso finanziati da enti privati dopo il ritiro dei fondi NASA. Ecco i più rilevanti:
- Progetto Phoenix (1995-2004)
Diretto da Jill Tarter, Phoenix era il programma SETI più avanzato del suo tempo. Analizzò 800 stelle con una sensibilità sufficiente per rilevare segnali simili a quelli terrestri entro 200 anni luce. Non trovò prove, ma stabilì standard per la ricerca moderna. - Breakthrough Listen (2015-presente)
Finanziato con $100 milioni da Yuri Milner, questo progetto è la ricerca SETI più ambiziosa mai intrapresa. Utilizza radiotelescopi come Green Bank, Parkes e MeerKAT (Sudafrica) per osservare un miliardo di stelle nella Via Lattea e 100 galassie vicine. Nel 2020, ha identificato il segnale BLC-1 da Proxima Centauri, poi attribuito a interferenze terrestri. Breakthrough Listen pubblica tutti i dati online, incoraggiando l’analisi da parte di scienziati e cittadini. - SETI@home (1999-2020)
Questo progetto di calcolo distribuito ha coinvolto oltre 5 milioni di utenti, elaborando dati da Arecibo. Sebbene non abbia trovato segnali alieni, ha ispirato iniziative simili, come SETI COSMIC, che utilizza l’IA per analizzare dati in tempo reale. - SETI COSMIC (2022-presente)
Basato sull’Allen Telescope Array, COSMIC monitora 144 milioni di stelle entro 81 anni luce, cercando segnali a banda stretta e impulsi ottici. È uno dei primi progetti SETI a integrare l’IA in ogni fase. - Project SERENDIP
Attivo dal 1979, SERENDIP (Search for Extraterrestrial Radio Emissions from Nearby Developed Intelligent Populations) analizza dati raccolti da radiotelescopi come Arecibo e Green Bank, cercando segnali in modo “piggyback” (in parallelo ad altre osservazioni).
Segnali Celebri e Misteri
Il SETI ha prodotto alcuni segnali che hanno acceso dibattiti e speculazioni:
- Segnale Wow! (1977): Captato dal radiotelescopio Big Ear dell’Ohio State University, questo segnale di 72 secondi aveva caratteristiche di una trasmissione artificiale. L’astronomo Jerry Ehman lo annotò con un “Wow!”. Ipotesi naturali (comete) e artificiali sono state avanzate, ma il segnale non si è mai ripetuto.
- BLC-1 (2020): Rilevato da Parkes, sembrava provenire da Proxima Centauri. Dopo due anni, fu confermato come interferenza terrestre, ma evidenziò i progressi nella sensibilità dei telescopi.
- Segnali di Ross 128 (2017): Captati da Arecibo, furono attribuiti a eruzioni stellari o satelliti.
- SHGb02+14a (2004): Identificato da SETI@home, questo segnale sembrava provenire da una regione priva di stelle, ma non fu confermato.
Questi casi sottolineano la sfida principale del SETI: distinguere segnali alieni dal rumore cosmico o terrestre. Ogni falso positivo affina però le tecniche di analisi.
Personaggi Chiave del SETI
Il SETI è stato plasmato da figure straordinarie:
- Frank Drake: Ideatore dell’Equazione di Drake e del Progetto Ozma, ha posto le basi scientifiche del SETI.
- Jill Tarter: Direttrice del Progetto Phoenix, ha dedicato la vita alla ricerca di segnali alieni, ispirando il personaggio di Ellie Arroway in Contact.
- Carl Sagan: Divulgatore e coautore di Intelligent Life in the Universe, ha reso il SETI accessibile al grande pubblico.
- Andrew Siemion: Direttore scientifico di Breakthrough Listen, guida la ricerca SETI moderna.
- Thomas Pierson: Co-fondatore del SETI Institute, ha visione organizzativa per la sua crescita.
Controversie e Critiche
Il SETI ha affrontato numerose critiche:
- Scetticismo Scientifico: Alcuni scienziati ritengono che la probabilità di trovare segnali sia troppo bassa, data la vastità dell’universo e la possibile rarità di civiltà avanzate (Paradosso di Fermi).
- Finanziamenti: La cancellazione dei fondi NASA nel 1993 ha costretto il SETI a dipendere da donazioni private, limitandone l’ambizione.
- METI e Rischi: L’invio di messaggi è contestato per i potenziali pericoli. Nel 2015, un gruppo di scienziati, tra cui Elon Musk, ha chiesto un dibattito globale sul METI.
- Speculazioni Cospirative: Teorie non comprovate suggeriscono che segnali alieni siano stati captati e nascosti. Il MIR pur mantenendo un approccio rigoroso, nota che la complessità tecnica del SETI potrebbe alimentare tali percezioni.
Impatto Culturale
Il SETI ha influenzato profondamente la cultura popolare:
- Letteratura e Cinema: Contact di Carl Sagan (1985), adattato al cinema nel 1997, è ispirato al SETI. Altri esempi includono film come Arrival (2016) e Independence Day.
- Divulgazione Scientifica: Programmi come Cosmos di Sagan hanno reso il SETI un simbolo di esplorazione umana.
- Citizen Science: SETI@home ha coinvolto milioni di persone, trasformando la ricerca in un fenomeno collettivo.
Il Futuro del SETI
Il SETI è in una fase di trasformazione:
- Nuovi Strumenti: Lo Square Kilometre Array (SKA), in costruzione in Australia e Sudafrica, sarà il radiotelescopio più potente mai costruito, capace di rilevare segnali deboli da miliardi di anni luce.
- Intelligenza Artificiale: Algoritmi sempre più avanzati, come BlipSS e SETI, analizzeranno dati in tempo reale, riducendo i falsi positivi.
- SETI Ottico: La ricerca di segnali laser, più direzionali dei radio, sta guadagnando il campo d’azione.
- Collaborazioni Internazionali: Progetti come il FAST cinese e il MeerKAT sudafricano stanno globalizzando il SETI.
- Protocolli di Contatto: In caso di segnale confermato, il Protocollo SETI prevede la notifica a osservatori globali e alle Nazioni Unite, con analisi rigorose prima di rispondere.
Nel 2023, il progetto A Sign in Space ha simulato la ricezione di un messaggio alieno, trasmesso da Marte e decodificato sulla Terra, per testare la risposta globale. Inoltre, il SETI si espande verso la ricerca di tecnofirme, come *megastrutture o inquinamento atmosferico, ampliando la definizione di “intelligenza”.
Segnali Anomali: Messaggi Alieni o Illusioni Terrestri?
Negli ultimi decenni, diversi segnali radio hanno acceso l’immaginazione di scienziati e appassionati. Ecco i più celebri:
- Il Segnale Wow! (1977)
Il 15 agosto 1977, l’astronomo Jerry Ehman rilevò un segnale intenso e a banda stretta con il radiotelescopio Big Ear dell’Ohio State University. Durato 72 secondi, il segnale aveva caratteristiche compatibili con una trasmissione aliena, ma non fu mai più captato. Ehman cerchiò il dato stampato e scrisse “Wow!” a margine, dando il nome al fenomeno. Le ipotesi spaziano da comete a interferenze terrestri, ma il mistero rimane irrisolto. - BLC-1 (2020)
Captato dal radiotelescopio di Parkes e attribuito inizialmente a Proxima Centauri, il segnale BLC-1 (Breakthrough Listen Candidate 1) generò entusiasmo per la sua frequenza a banda stretta e la “deriva” tipica di un pianeta in movimento. Tuttavia, studi successivi lo identificarono come un’interferenza terrestre, probabilmente da un dispositivo elettronico vicino. Questo caso evidenzia la difficoltà di distinguere segnali alieni dal “rumore” umano. - Fast Radio Bursts (FRB)
Scoperti nel 2001 al Parkes Observatory, i Fast Radio Bursts sono impulsi radio della durata di millisecondi, provenienti da galassie lontane. Alcuni FRB si ripetono, come FRB 121102, localizzato in una galassia a 3 miliardi di anni luce. Sebbene le ipotesi naturali (magnetar, buchi neri) siano le più accreditate, l’origine artificiale non è stata del tutto esclusa. - ASKAP J1832-0911 (2025)
Recentemente, il radiotelescopio ASKAP (Australia) ha rilevato segnali radio e raggi X da un oggetto sconosciuto nella Via Lattea, a 15.000 anni luce. Gli impulsi, emessi ogni 44 minuti, non corrispondono a nessun fenomeno noto. Potrebbe trattarsi di una magnetar o di un sistema binario con una nana bianca, ma la natura enigmatica mantiene viva la speculazione. - Segnali da Ross 128 (2017)
Il radiotelescopio di Arecibo captò impulsi “quasi periodici” dalla nana rossa Ross 128, a 11 anni luce. Inizialmente considerati anomali, furono poi attribuiti a eruzioni stellari o interferenze satellitari.
Questi casi dimostrano un problema ricorrente: i segnali anomali spesso si rivelano interferenze terrestri (satelliti, microonde, radar) o fenomeni naturali. Tuttavia, ogni falso positivo affina le tecniche di ricerca, riducendo il margine di errore.
I Radiotelescopi: Giganti che Ascoltano il Cosmo
I radiotelescopi sono il fulcro della ricerca SETI. Ecco i più importanti:
- Arecibo (Porto Rico): Con il suo piatto di 305 metri, è stato il radiotelescopio più grande del mondo fino al suo collasso nel 2020. Ha captato segnali come Ross 128 e trasmesso il Messaggio di Arecibo.
- Green Bank Telescope (West Virginia, USA): Il più grande radiotelescopio orientabile al mondo (100 metri), è un pilastro di Breakthrough Listen.
- Parkes Observatory (Australia): Famoso per BLC-1 e i primi FRB, il suo piatto di 64 metri è cruciale per SETI.
- FAST (Cina): Con un diametro di 500 metri, è il radiotelescopio a piatto singolo più grande del mondo. Nel 2022 ha rilevato segnali sospetti, poi attribuiti a interferenze.
- MeerKAT (Sudafrica): Un array di 64 antenne, usato per analizzare milioni di stelle.
- Sardinia Radio Telescope (Italia): Parte di Breakthrough Listen, contribuisce alla ricerca di tecnosignatures.
- Murchison Widefield Array (Australia): Specializzato in segnali a bassa frequenza, ha scandagliato 144 sistemi di esopianeti.
Questi strumenti, situati in aree remote per minimizzare le interferenze, sono essenziali per captare segnali deboli da distanze cosmiche.
Le Figure Chiave della Ricerca
Alcuni personaggi hanno lasciato un segno indelebile nella radioastronomia e SETI:
- Frank Drake: Padre del SETI, autore dell’Equazione di Drake, che stima il numero di civiltà comunicanti nella galassia.
- Carl Sagan: Divulgatore e coautore di Intelligent Life in the Universe, ha ispirato generazioni con il romanzo Contact.
- Jill Tarter: Direttrice del Progetto Phoenix, è una pioniera nella ricerca di segnali alieni.
- Jerry Ehman: L’astronomo del segnale Wow!, simbolo della speranza di contatto.
- Andrew Siemion: Responsabile scientifico di Breakthrough Listen, guida la ricerca moderna.
Il Ruolo dell’Intelligenza Artificiale: Una Rivoluzione in Corso
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha trasformato la ricerca SETI. Algoritmi di apprendimento automatico analizzano enormi quantità di dati radio, filtrando interferenze terrestri e individuando pattern anomali. Un esempio è il lavoro del team di Berkeley, che nel 2023 ha sviluppato una tecnica per rilevare segnali con “scintillazione radio”, un effetto causato dal passaggio attraverso il mezzo interstellare. Questa tecnica riduce i falsi positivi, ma funziona solo per segnali da oltre 10.000 anni luce.
Un algoritmo dell’Università di Toronto ha identificato otto segnali interessanti da 820 stelle nel 2023, anche se non ripetuti. Inoltre, il progetto SETI COSMIC utilizza l’IA per monitorare milioni di stelle fino a 81 anni luce, cercando tecnosignatures simili a quelle terrestri. L’IA non si limita a cercare: potrebbe anche decodificare messaggi alieni, confrontandoli con linguaggi noti o generando risposte universali.
I Segreti e le Cose Non Dette
Nonostante il rigore scientifico, la ricerca SETI è avvolta da speculazioni e teorie cospirative. Alcuni sostengono che segnali alieni siano stati captati e tenuti segreti da governi o agenzie. Ad esempio, il segnale Wow! è stato oggetto di ipotesi su una possibile censura, anche se non ci sono prove. Il MIR sottolinea che la complessità di distinguere segnali artificiali dal rumore cosmico potrebbe alimentare percezioni di insabbiamento.
Un altro aspetto controverso è il SETI attivo. L’invio di messaggi, come quello di Arecibo, è criticato per i rischi che comporta: una civiltà ostile potrebbe captarli. Inoltre, la dipendenza da finanziamenti privati, come quelli di Milner, solleva domande su chi controlla la narrativa della ricerca.
Curiosità dal Cosmo
- Il Forno a Microonde di Parkes: Nel 2021, i segnali “pèriti” rilevati dal telescopio di Parkes furono attribuiti a un microonde difettoso, un aneddoto che mostra quanto sia facile confondere segnali terrestri con alieni.
- SETI@home: Dal 1999 al 2020, questo progetto ha permesso a milioni di utenti di analizzare dati SETI dai propri computer, un esempio di citizen science.
- Il Protocollo SETI: In caso di contatto, il protocollo prevede la notifica agli osservatori globali e alle Nazioni Unite, con divieto di rispondere senza consenso internazionale.
- Le Onde Radio Terrestri: Da oltre 100 anni, la Terra emette segnali radio (TV, radio), rilevabili entro 1.000 stelle. Una civiltà avanzata potrebbe già “ascoltarci”.
Il Futuro della Radioastronomia
La radioastronomia è in continua evoluzione. Progetti come lo Square Kilometre Array (SKA), in costruzione in Australia e Sudafrica, promettono una sensibilità senza precedenti, capace di rilevare segnali non intenzionali da civiltà lontane. Nuovi algoritmi IA, come Blipss della Cornell University, cercano impulsi a bassa frequenza, ampliando il raggio d’azione.
Esperimenti come quello di A Sign in Space (2023), in cui un messaggio cifrato è stato trasmesso da Marte e decodificato sulla Terra, simulano il contatto alieno, preparando l’umanità a un’eventuale scoperta. Nel frattempo, la ricerca si estende oltre i segnali radio, esplorando laser ottici e persino tracce di megastrutture aliene, come ipotizzato per la stella di Tabby.
Conclusioni: Un Viaggio Senza Fine
La ricerca di segnali radio dallo spazio è più di una sfida scientifica: è un’esplorazione filosofica della nostra unicità nel cosmo. Nonostante i progressi, non abbiamo ancora trovato la “cartolina” aliena che cerchiamo. Ogni segnale anomalo, ogni smentita, ci avvicina però a una comprensione più profonda dell’universo e di noi stessi. Come disse Carl Sagan, “L’universo è un posto piuttosto grande. Se ci siamo solo noi, sembra un terribile spreco di spazio.”
La redazione di Mondo Arcano e il Mystery Investigation & Research (MIR) vi invitano a continuare a guardare le stelle, con la mente aperta e il cuore pieno di curiosità. Il prossimo segnale potrebbe essere quello giusto, o forse è già arrivato ma non ce ne siamo ancora accorti. Condividi sui tuoi social e unisciti al mistero! Il podcast audio di questo articolo lo trovate nel nostro canale YouTube
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