giovedì 23 agosto 2012

IL GENERE FANTASY, NON SOLO FRUTTO DELL'IMMAGINAZIONE, MA ECHI DI REALTA' PARALLELE.

 


Quando pensiamo al genere Fantasy, la mente corre subito a mondi incantati, popolati da maghi potenti, elfi eleganti, nani burberi, guerrieri valorosi e creature oscure che incarnano il male. È facile immaginare che tutto questo sia nato esclusivamente dalla creatività di autori geniali come J.R.R. Tolkien, Terry Brooks, George R.R. Martin o Ursula K. Le Guin. Eppure, c’è un’ipotesi affascinante che merita di essere esplorata: e se queste storie non fossero solo invenzioni, ma attingessero, magari inconsapevolmente, a leggende, miti e persino realtà nascoste, mondi paralleli che coesistono con il nostro, anche se raramente si intrecciano con esso?
Le Radici del Fantasy nei Miti e nelle Leggende
Il Fantasy, come lo conosciamo oggi, non è nato dal nulla. Autori leggendari come Tolkien, il padre della Terra di Mezzo, non hanno semplicemente “inventato” elfi, orchi e draghi. Tolkien stesso era un profondo conoscitore delle mitologie nordiche, celtiche e anglosassoni. Gli elfi della sua opera richiamano le figure eteree degli Álfar della mitologia norrena, creature di luce e bellezza, mentre i nani riecheggiano i fabbri delle saghe islandesi, come quelli che forgiano armi leggendarie nei racconti antichi. Allo stesso modo, Terry Brooks, con la sua saga di Shannara, si ispira a un mix di folklore europeo e archetipi universali: i suoi druidi evocano i misteriosi sacerdoti celti, mentre le sue terre devastate rimandano a miti di civiltà perdute.
Anche autori più moderni, come Neil Gaiman con American Gods o Andrzej Sapkowski con The Witcher, intrecciano le loro storie con elementi di folklore. Gaiman rielabora divinità dimenticate, mentre Sapkowski pesca a piene mani dalle leggende slave, popolate da spiriti della foresta, streghe e mostri che sembrano usciti da racconti tramandati attorno al fuoco. Persino George R.R. Martin, con i suoi draghi e i Non-Morti di Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, strizza l’occhio a creature mitiche come il drago Fáfnir o ai revenant delle tradizioni nordiche.
Ma queste leggende da cui gli autori attingono sono davvero solo frutto dell’immaginazione popolare? O potrebbero essere frammenti distorti di qualcosa di più reale, echi di dimensioni che esistono davvero, al di là della nostra percezione?
Mondi Paralleli: Realtà Oltre la Fantasia
Immaginiamo per un momento che il nostro universo non sia l’unico. La scienza moderna, con teorie come il multiverso, suggerisce l’esistenza di dimensioni parallele, ciascuna con le proprie leggi fisiche e realtà. E se alcune di queste dimensioni ospitassero effettivamente esseri simili a quelli del Fantasy? Non necessariamente maghi con cappelli a punta o elfi con orecchie aguzze, ma entità che, filtrate attraverso la nostra immaginazione e le nostre culture, assumono forme familiari nei racconti.
Pensiamo agli elementalisti delle storie Fantasy, come quelli descritti da autori come Brandon Sanderson nei suoi Mistborn o Stormlight Archive. L’idea di controllare fuoco, acqua, aria e terra non è nuova: richiama gli spiriti della natura venerati dagli antichi, come i kami dello shintoismo giapponese o le divinità minori dei culti pagani europei. E se questi spiriti fossero reali in un altro piano dell’esistenza, percepiti solo in rare occasioni da veggenti, sciamani o poeti, e poi trasmessi sotto forma di miti?
Gli elfi, con la loro grazia ultraterrena, potrebbero essere un riflesso di esseri intelligenti e longevi di un altro mondo, mentre orchi e creature oscure potrebbero rappresentare entità ostili, forse intrappolate in dimensioni caotiche. I regni incantati, con re, principesse e castelli, potrebbero essere versioni fantastiche di civiltà reali, ma irraggiungibili, che prosperano oltre il velo della nostra realtà.
Incontri Rari con il Nostro Mondo
C’è chi sostiene che, in momenti particolari della storia, questi mondi paralleli abbiano sfiorato il nostro. Pensiamo ai racconti medievali di cavalieri che incontrano “dame del bosco” o “uomini verdi”, figure che sembrano uscite dalle pagine di un romanzo Fantasy. Oppure alle cronache di presunti avvistamenti di draghi, come il leggendario drago di San Giorgio o le “serpi alate” descritte in antichi testi cinesi. Sono solo invenzioni? Oppure spiragli attraverso cui qualcosa di reale, ma estraneo, ha fatto capolino?
Anche le tradizioni esoteriche, come quelle dei mistici rinascimentali o degli alchimisti, parlano di “piani astrali” abitati da entità non umane. Potrebbero essere interpretazioni di quegli stessi mondi che ispirano il Fantasy, descritti però con il linguaggio dell’epoca.
Il Fantasy come Ponte tra Realtà
Gli autori di Fantasy, dunque, non sarebbero semplici narratori, ma quasi dei “medium” inconsapevoli, capaci di captare frammenti di queste realtà parallele e trasformarli in storie. Tolkien, con la sua idea di “subcreazione”, parlava di un processo in cui l’autore costruisce un mondo secondario con una coerenza interna, quasi come se lo stesse scoprendo anziché inventando. Forse, senza saperlo, stava dando voce a qualcosa che già esisteva.
Allo stesso modo, quando Terry Brooks descrive le Quattro Terre o quando Robin Hobb ci guida attraverso i Sei Ducati, potremmo non essere solo di fronte a un’opera di finzione, ma a un’eco di luoghi reali, nascosti in pieghe dell’universo che non possiamo vedere. I guerrieri, i mostri, i regni e le magie che tanto amiamo potrebbero essere versioni romanzate di verità più profonde.
Conclusione: Un Genere che Guarda Oltre
Il Fantasy non è solo evasione o intrattenimento. È un genere che ci spinge a guardare oltre i confini della nostra realtà quotidiana, a immaginare che ciò che sembra impossibile possa esistere altrove. Maghi, elfi, nani, orchi, re e principesse non sono forse solo costruzioni della mente umana, ma riflessi di qualcosa di più grande: mondi altrettanto reali, che vibrano accanto al nostro, separati da un velo sottile. La prossima volta che sfoglierai Il Signore degli Anelli o La Spada della Verità di Terry Goodkind, chiediti: e se non fosse tutto frutto dell’immaginazione? E se, da qualche parte, un elfo stesse davvero osservando il tramonto su una foresta infinita, mentre un drago si risveglia nelle profondità di una montagna?
(La redazione di Mondo Arcano e del Mystery Investigation & Research - MIR)

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