martedì 11 agosto 2009

SCOPERTA LA CHIAVE DELL'INTELLIGENZA ?

Una piccola goccia d'olio con un acido specifico colorata di rosa, apparentemente banale. Eppure, messa in uno speciale labirinto di polimero, non solo comincia a muoversi lungo le pareti, ma a forza di tentativi trova la via giusta per l'uscita, fermandosi e tornando indietro se il bivio e' quello sbagliato !

Un miracolo? No, un esperimento condotto da un team di scienziati della Northwestern University negli Stati Uniti, che potrebbe fornire una chiave per comprendere i meccanismi dell'intelligenza.

Lo studio, al quale ha dedicato un lungo editoriale la rivista New Scientist, ha dimostrato come le reazioni chimiche tra la superficie della goccia d'olio e le pareti del labirinto portino, per via di microdifferenze di Ph che modificano in certi punti la tensione superficiale della goccia stessa, al movimento della goccia.

Sempre l'interazione chimica la portano prima o poi, dopo un numero di tentativi statisticamente analogo a quelli che farebbe un uomo senza mappa, a uscire dal labirinto. Una sorta di "intelligenza primitiva" analoga, scrive New Scientist, alla scoperta di Toshiyuki Nakagaki, dell'Hokkaido University di Sapporo, che dieci anni fa trovo' una muffa melmosa apparentemente inanimata, la polycephalum Physarum, capace di trovare l'uscita di un labirinto per raggiungere del cibo posto alla fine del percorso.

Lo stesso Nakagaki però attacca lo studio della goccia "intelligente": "Non c'e' intelligenza nei sistemi non viventi". Ma il punto e' un altro. Secondo Andy Clark, filosofo all'universita' di Edimburgo, buona parte dell'intelligenza elementare fa riferimento alla chimica, non alla biologia.

"La chiave dell'intelligenza - riassume Clark - e' nell'interazione con l'ambiente, e nelle reazioni tra sostanze diverse 'costrette' dalla loro natura a scegliere la strada". L'intelligenza puo' essere biologica, insomma, ma anche meramente meccanica: un po' come la differenza, secondo il filosofo, che c'e' tra un uomo che riesce a uscire da un labirinto perche' ha studiato e imparato il percorso e quella di uno che ne esce semplicemente seguendo le indicazioni.

Un concetto da cui si puo' sviluppare la nuova frontiera dell'intelligenza artificiale: Rolf Pfeifer, dell'Universita' di Zurigo, sta esplorando come "esternalizzare" alcuni degli elementi cognitivi umani, basandosi sull'interazione tra materiali.

Partendo dalla "teoria del ginocchio": un ginocchio umano atterrando dopo un salto si piega e assorbe il peso, secondo lo scienziato, non per una reazione cerebrale conscia o automatica (non ci sarebbe il tempo) ma semplicemente grazie a una reazione del "materiale" di cui e' fatta la gamba stessa. Attraverso la messa a punto di materiali adeguati, in sostanza, si puo' creare un robot in grado di interagire in modo "intelligente" con l'ambiente. Proprio come la goccia d'olio.


Fonte A.G.I.

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