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martedì 24 febbraio 2009
..BASTA CHE SE NE PARLI ...
TEORIE NEBULOSE, MAL DEFINITE - Di tutt’altro genere (rispetto alla "santa" famiglia della divulgazione scientifica: Piero Angela & Son) è invece la nuova frontiera della divulgazione scientifico-storico-archeologica portato avanti da Roberto Giacobbo con il programma Voyager, in onda su Raidue in prima serata. Già annoverare tout court i documentari presentati in Voyager alla voce divulgazione scientifica è spesso un atto in di fede, ma del resto sulla fede è basato gran parte del programma: la fede che il passato sia pieno di cose che non ci sono state dette per una sorta di “complotto universale” e sia traboccante di misteri insolubili senza l’intervento di forze arcane o sette segrete che si muovono nell’ombra per secoli, in una sorta di perenne plot da Pendolo di Focault. La linea editoriale di Voyager è infatti quella della spettacolarizzazione della storia e della archeologia, tanto è vero che l’intento dichiarato nello slogan di presentazione è “trovare la verità nella leggenda e il fantastico nella storia“. Come base di partenza per una divulgazione seria, già questo fa venire i brividi: per chi si occupi di storia a livello serio e con metodo scientifico (e se non usa il metodo scientifico, non fa storia, perché, è meglio sottolinearlo, la storia è una disciplina scientifica, non un hobby per casalinghe frustrate!) l’obbligo a dover cercare “il fantastico” è assurdo: sarebbe come se Elisir, che si occupa di medicina, dicesse che il suo compito è “cercare il miracolo nelle cure”. Il “fantastico” cercato da Giacobbo è peraltro rintracciabile in ambiti molto limitati, tanto è vero che da diversi anni i documentari vertono in pratica su tre argomenti: antichi Egizi, Templari e Alieni. I temi vengono variamente intrecciati: o si parte dagli Egizi e, possibilmente passando per i Templari, si arriva agli Alieni, o si parte dagli Alieni e, passando per gli Egizi, si arriva ai Templari. Ogni tanto, gli va dato atto, riesce ad infilare dentro anche le profezie dei Maya, i fantasmi, il continente perduto di Mou , Leonardo e il Tibet. I materiali proposti sono assemblaggi variamente compositi: una parte sono di chiara produzione americana, pescati da reti televisive e da programmi che notoriamente hanno impostazione sensazionalistica (come quando si ripropongono le interviste ad una allevatrice di bestiame che sostiene di aver ucciso e conservare in frigo la carcassa di un animale mai altrimenti documentato come esistente, o si raccolgono le dichiarazioni di persone che asseriscono di aver ricevuto rivelazioni dagli alieni, etc.); l’altra parte è costruita da Giacobbo stesso, il quale va a sentire sì archeologi e storici “ufficiali“, di cui presenta poi qualche stralcio di dichiarazione, ma soprattutto porta in studio o rintraccia in giro per il mondo tutta una pletora ed un sottobosco di personaggi che hanno scritto romanzi o libri, magari anche di grande successo commerciale, in cui si presentano le ipotesi più cervellotiche senza uno straccio di prova scientifica valida, ed hanno perciò, presso la comunità scientifica internazionale, la stessa credibilità della portinaia che legge la mano agli abitanti del suo caseggiato. Giacobbo li presenta in pompa magna, elargendo loro il titolo di “archeologi non ufficiali”, e lasciando intendere ad ogni piè sospinto che le loro teorie ed ipotesi sono snobbate dagli scienziati non perché sballate ed insostenibili, ma per una sorta di “grande complotto” che impedisce ad archeologi e storici paludati di comprendere che la storia del mondo è diversa da come è stata ricostruita finora.
IROTONDI FANTASCIENTIFICI - L’ultima puntata era dedicata, come al solito, alla ormai trita teoria che le Piramidi egizie sarebbero databili a 10.000 anni fa, e quindi ben più antiche di quanto la scienza ufficiale, che invece le fa risalire all’epoca di Cheope, Kefren e Micerino, possa ammettere anche solo in base al buon senso. Da qui partiva il consueto blabla che parlava di una civiltà scomparsa, di saggezza ereditata dagli Alieni, di allineamenti cosmici con Orione, ipotetiche connessioni con le piramidi del Sudamerica e via discorrendo. Tutte cose che non stanno letteralmente né in cielo né in terra, nemmeno volendo circoscrivere cielo e terra alla galassia di Orione e alla piana di Giza, e assemblate con sommo spregio dei dati di scavo, delle stratigrafie archeologiche, delle ricostruzioni filologiche dei testi citati e della ben più banale ma sempre scientifica legge del rasoio di Occam. Il problema è che Giacobbo, nel suo entusiasmo volenteroso, non pare rendersi conto che nelle ricostruzioni scientifiche o in quelle che si pretendono come tali (e anche la buona divulgazione fa parte di queste) non può esistere una sorta di “par condicio” in cui si possono presentare senza filtro tutte le opinioni disponibili sul mercato: la comunità scientifica è tale perché accetta di discutere solo quelle ipotesi che portino prove di sostegno rispondenti ai criteri della scienza stessa: le intuizioni magari anche geniali ma non suffragate da prove, basate su indizi non verificabili, su illazioni gratuite, che scaturiscano da “rivelazioni” , illuminazioni trascendenti o prevedano l’intervento di entità di non provata esistenza non possono, per gli scienziati seri, nemmeno essere oggetto di dibattito, se non per farsi quattro risate al bar mentre si prende un caffè. Alla fine della puntata, gli va dato atto, Giacobbo, con un moto di pudore, ha ricordato che si tratta solo di ipotesi non verificate e non accettate; ma è stata una postilla messa lì, dopo tre quarti d’ora di mitragliamento a raffica in cui il pubblico ha finito col convincersi che gli scienziati e gli storici sono una setta paramafiosa che vuole nascondere a tutti i costi, per stupidità e pregiudizio, una verità ad altri evidente, ed opera con tutti i mezzi del potere per evitare che gli “archeologi alternativi” possano avere i permessi per scavare e trovare le prove delle loro teorie basate su presupposti errati e allegri fraintendimenti.
Che dire di tutto ciò? Niente, mancano le parole. Soprattutto perché la prossima settimana è già annunciata una puntatona sui misteri di Atlantide. Tanto per non farsi mancare niente. Insomma: siete avvertiti.
Tratto da Giornalettismo.com