venerdì 10 ottobre 2008

DEMONOLOGIA




L’AZIONE DEMONIACA NELLA SOCIETA’
(di Gabriele Petromilli)

Charles Baudelaire, il poeta maledetto della letteratura francese, ha scritto che il più grosso inganno ordito dal diavolo contro l’uomo è quello di averlo indotto a non credere nella sua esistenza. In quest’ottica, che condivido soltanto in parte, l’attività del Maligno dovrebbe essere occulta, subdola e trasformista. Emerge l’antica concezione del diavolo versipelle tramandata da certe culture pagane. E’ certo comunque che per il cristianesimo l’esistenza e l’attività del demonio costituiscono verità di fede. Padre Giuseppe De Rosa, considerato unanimamente il teologo cattolico più qualificato in materia demonologica, ha sostenuto che la realtà del diavolo sia essenzialmente spirituale e che la sua azione si esplichi nel mondo dello spirito allo scopo di piegare l’uomo all’errore e alla menzogna nel campo etico e religioso. O meglio di orientare l’essere umano verso il male, verso la ribellione contro Dio e contro le leggi morali, istituendo nella realtà materiale una sorta di regno malefico non accessibile all’esperienza sensibile. Conforterebbero le tesi del teologo certi avvenimenti della storia che, altrimenti, apparirebbero inspiegabili in un’ottica prettamente umana: l’odio verso il Creatore, il trionfo in questo mondo della menzogna sulla verità e del male sul bene, la corruzione degli innocenti e la lotta sistematica contro tutto ciò che conduce alla pace. In certi casi invece, l’attività del demonio si esplicherebbe anche direttamente contro il corpo degli uomini, ha ammesso padre De Rosa, originando certi fenomeni inspiegabili dalla scienza che, nel loro complesso, prendono nome di “possessione diabolica”. In simili circostanze la Chiesa chiede a Dio (o meglio a Gesù Cristo, primo esorcista) di liberare il colpito dai mali, o dalla stessa entità diabolica, attraverso un rito esorcistico.
Prescindendo dai dogmi della fede cristiana, non risulta facile ammettere razionalmente la presenza del demonio come essere individuale e spirituale. Però esistono determinate circostanze in cui sembra che l’attività demoniaca sia ben più marcata nella società di quanto possa ammettere la dottrina ecclesiale. In via empirica, sembra che il Maligno abbia predilezione particolare nell’agire sulla volontà della singola persona e dell’intera collettività, così come sulla intelligenza e sullo spirito degli uomini. L’attività diabolica nell’uomo attraverso la volontà, l’intelligenza e lo spirito, originerebbe dunque forme che personalmente ho definito “sociometrica”, “mediata” e “diretta”. Queste tre forme si compenetrano a vicenda, e spesso agiscono in osmosi tra loro.
La forma sociometrica è la meno appariscente, la più subdola e più dannosa. Non presenta anormalità del comportamento in ottica extrasensoriale, ma nessuno uomo ne sembra essere immune. In questo tipo di azione demoniaca si concentrano le tentazioni, le negatività e gli odi che, in misura più o meno abbondante o evidente, sono rilevabili in ogni persona. Tali mancanze presumono l’azione diabolica soltanto quando esista la volontà del singolo di impiegarle a danno altrui. Nella forma sociometrica, pertanto, il demonio agirebbe mediante la volontarietà del male, sfruttando le debolezze umane e l’ignoranza dell’intima natura delle cose materiali e dei moti dello spirito. Nel contesto sociometrico si inserirebbero anche le correnti culturali, filosofie o modi di vita che hanno suscitato la massificazione edonistica delle coscienze, incanalandole verso una visione materialistica della realtà, priva di contenuti ideali e di tensioni verso la dimensione spirituale dell’esistenza.
La forma mediata si esplica attraverso l’intelligenza dell’uomo. Il termine mediato sottintende un intervento esterno, agente attraverso la sfera intellettiva conscia oppure inconsapevole di una persona, intervento spesso realizzato attraverso un supporto catalizzatore di energia mentale. In seno a questa forma entrano in causa forze psichiche extrasensoriali, o comunque prassi attinenti all’occultismo e alla magia. E’ accertato empiricamente che certi sensitivi possano scatenare, mediante l’impiego di tecniche mentali specifiche, forze negative di natura diabolica, riversandole quindi contro una vittima designata ( vedi malefici, “fatture” e “malocchi”). Gli effetti della mediazione sono riscontrabili praticamente nella realtà quotidiana, e codificati nei tratti di magia pratica, in grimori e spesso, involontariamente, nei testi di parapsicologia. Nelle mediazioni provocate inconsciamente, invece, rivestono un ruolo fondamentale la predisposizione naturale alla negatività della persona agente, oppure l’ossessivo convincimento di essere, o di diventare, vittime di azioni diaboliche o malefiche. Molto spesso i sintomi dell’azione demoniaca mediata si confondono con le espressioni tipiche delle patologie mentali, per cui in certe situazioni è difficile anche per un esperto demonologo attribuire le cause alle mediazioni demoniache oppure a malattie. Del resto in questi casi il sostegno e l’esperienza di un bravo psicologo o di uno psichiatra risultano essere imprescindibili.
La forma diretta. In questo caso il diavolo sembra agire sull’essenza spirituale della persona sfruttando le credenze soprannaturali. Manifestazioni tipiche di questa forma sono l’”infestazione” e la “possessione”, che appaiono come conseguenze dirette dell’attività diabolica mediata. Tra infestazione e possessione esiste una differenza sostanziale: nell’infestazione è la stessa vittima ad agire e compiere azioni straordinarie sotto l’influenza di forze malefiche, mentre nella possessione non è la persona colpita ad agire ma il demonio stesso attraverso la di lei corporeità. In questi casi si sviluppano episodi di natura paranormale che, in condizioni psicosomatiche normali, la vittima non potrebbe compiere in alcun modo. In entrambi i casi tuttavia, la fenomenologia paranormale riveste una valenza fondamentale. Lo stesso “Rituale Romano”, il testo ecclesiale più in uso per pratiche esorcistiche, definisce con precisione i contorni paranormali dell’azione demoniaca diretta. Tuttavia anche in simili drammatiche circostanze può essere chiarificante la presenza di psicopatologie di varia natura ed eziologia, le quali devono essere affrontate e curate, qualora ne sia accertata la reale natura, dalla medicina ufficiale.
Per concludere queste brevi note, riporto altrettanto succintamente un caso di presunta infestazione demoniaca, notarilmente registrato, personalmente e direttamente studiato.
1979. Il signor Giovanni M. insegnante di sessantuno anni, abitante ad Ascoli Piceno, l’anno precedente aveva subito un grave incidente stradale dal quale si era ripreso a fatica. La profonda fede religiosa e l’aiuto di un sacerdote suo amico avevano convinto l’uomo di essere stato salvato da un intervento diretto del proprio angelo custode. Per questo motivo Giovanni si era dedicato alle opere di bene, ringraziando la santa provvidenza per lo scampato pericolo. Poi cominciarono a verificarsi nella sua abitazione fenomeni strani, di natura prevalentemente psicocinetica e sua moglie, dapprima quasi miscredente, iniziò ad accostarsi ai sacramenti e alle funzioni religiose. Poi sarebbe accaduto di più: a detta di Giovanni ogni giovedì sera, in qualunque luogo egli si trovasse, gli sarebbe apparsa una figura luminosa in veste azzurra. L’apparizione sarebbe stata visibile a lui soltanto, e con essa avrebbe conversato ogni volta a lungo.
Ho potuto osservare benissimo il volto dell’uomo durante le “apparizioni angeliche”. Si trasfigurava, le rughe scomparivano e attorno a lui era avvertibile un’atmosfera di serenità indefinibile nella quale più volte rimasi mentalmente coinvolto. Ma dopo circa un anno dall’inizio del fenomeni “mistici”, l’unico figlio di Giovanni, appena trentenne, morì in un incidente stradale. La disgrazia fece piombare l’uomo in uno strato di prostrazione tale che le visioni e i fenomeni di contorno scomparvero all’improvviso. A questo punto Giovanni addebitò al demonio una sorta di rivalsa contro lui, perpetuata attraversa l’incidente del figlio. Tanto si convinse di questo che, nonostante i reiterati nostri inviti a non abbattersi più di tanto, le visioni angeliche si trasformarono, a detta dell’uomo, in demoniache. Ho potuto documentare che iniziarono a svilupparsi anche fenomeni di poltergeist con caratteristiche decisamente negative: da allora Giovanni avrebbe visto un “essere” con la tonaca nera da frate e con il cappuccio calato sul volto. La figura si sarebbe espressa ghignando, spesso in lingua latina e con minacce di perdizione. Dopo circa quattro anni dalla prima apparizione del “diavolo”, quando ormai ero deciso ad archiviare il caso, Giovanni fu colpito da un ictus cerebrale e poco dopo tempo morì. La moglie lo seguì a miglior vita alcuni mesi più tardi. Chi o cosa appariva l’uomo? Erano effettivamente entità soprannaturali come egli credeva, oppure concretizzazioni mentali di un uomo indubbiamente provato nella psiche e dotato inconsapevolmente di facoltà paranormali? E’ anche certo che le ripetute visite mediche specialistiche non misero in evidenza nel signor Giovanni alcuna lesione cerebrale, né sintomi acclarati di patologie mentali.
(N.B. Per informazioni di demonologia pratica e-mail: mirinf@tekpro.it, cell.: 348.3726614 - dott. Gabriele Petromilli).