giovedì 13 settembre 2012

IL CASO CAPONI RIMANE ANCORA APERTO: IL MISTERO DI PRETARE - QUANDO TRA I MONTI SIBILLINI ESISTEVANO GLI "ALIENI"

 


Era il 1993 quando una tranquilla frazione incastonata nel cuore dell'Appennino marchigiano, Pretare di Arquata del Tronto, divenne epicentro di uno dei casi più discussi e controversi della storia dell'ufologia e della criptozoologia italiana: il "Caso Caponi". Un giovane ceramista del luogo, Filiberto Caponi, si ritrovò protagonista di una serie di avvistamenti ravvicinati di un presunto essere antropomorfo di origine sconosciuta, riuscendo persino a immortalarlo in diverse fotografie che fecero il giro del mondo.

L'Incontro Inatteso: La Testimonianza di Filiberto Caponi

Filiberto Caponi, all'epoca un giovane artigiano dedito alla lavorazione della ceramica, raccontò di aver avuto ripetuti incontri con una creatura dalle sembianze umanoidi ma con caratteristiche che sfidavano la comprensione scientifica. Le sue descrizioni parlavano di un essere di statura non ben definita, ma comunque ben visibile, con un aspetto che oscillava tra il primatologico e l'alieno. Alcune testimonianze lo descrivevano con una folta peluria scura, altre con una pelle più liscia e di colore indefinito. Ciò che accomunava i racconti erano i tratti vagamente antropomorfi, ma con elementi che lo rendevano palesemente "altro".

Le fotografie scattate da Caponi, sebbene spesso oggetto di dibattito sulla loro autenticità, rappresentarono il fulcro dell'attenzione mediatica. Immagini sfocate, spesso riprese in condizioni di scarsa illuminazione, mostravano una figura indistinta ma che sembrava corrispondere alle descrizioni fornite dal giovane ceramista. Queste immagini alimentarono immediatamente un fervore popolare e un interesse scientifico senza precedenti.

L'Onda Mediatica e l'Interesse delle Autorità

La notizia degli avvistamenti di Pretare si diffuse rapidamente, superando i confini regionali e nazionali. Televisioni, giornali e riviste di tutta Italia e di diverse nazioni estere si riversarono nel piccolo borgo marchigiano per documentare l'accaduto e intervistare Filiberto Caponi. Il "Caso dell'E.T. dei Monti Sibillini", come venne ribattezzato dai media, divenne un vero e proprio fenomeno culturale.

L'eco di questi avvistamenti non rimase confinato al mondo dell'informazione e dell'opinione generale. Anche le autorità di pubblica sicurezza e le forze militari presero in seria considerazione la vicenda. Furono avviate indagini e sopralluoghi nella zona degli avvistamenti, nel tentativo di comprendere la natura di ciò che era stato segnalato. La possibilità che si trattasse di un fenomeno naturale sconosciuto, di un animale raro o addirittura di qualcosa di completamente alieno, venne presa in esame.

L'Indagine del Mystery Investigation & Research - MIR

La nostra organizzazione, il "Mystery Investigation & Research - MIR", giocò un ruolo cruciale nell'analisi del "Caso Caponi". La decisione di recarsi direttamente sul luogo degli avvistamenti e di raccogliere la testimonianza diretta di Filiberto Caponi dimostra l'importanza che attribuimmo fin da subito a questa vicenda. Le indagini condotte dal MIR da parte della nostra divisione operativa, ufologica e fortiana sul campo, le analisi strumentali delle fotografie e il confronto con la testimonianza diretta del protagonista, contribuirono a fornire un quadro più completo della situazione, sebbene la natura esatta dell'essere avvistato rimanga avvolta ancora oggi nel mistero, considerato il fatto che sia Caponi che altri abitanti in zona non hanno più riferito di avvistamenti del genere o simili di esseri che assomigliassero a quello fotografato all'epoca da Filiberto Caponi. Ma nei nostri ampi archivi del MIR il "Caso Caponi" rimane sempre, dopo oltre trent'anni, tra i faldoni "caldi" catalogati come priorità "Indigo"..! 

Da considerare poi che tutta la zona dei Monti Sibillini, da moltissimi anni è stata oggetto di testimonianze di avvistamenti di UFO e UAP, anche da molto prima dell'avvento della tecnologia, specialmente nella zona del Monte Vettore e della piana di Castelluccio, sempre ai confini tra Marche e Umbria. Noi del MIR abbiamo condotto molte volte delle indagini e delle ricerche sui casi di avvistamenti di presunta origine ufologica di turisti o persone abitanti in zona, alcuni anziani abitanti del paese di Castelluccio, da noi ascoltati direttamente molti anni fa, ricordavano di storie raccontate da parenti a loro volta anziani, di strane luci "danzanti" che volteggiavano per poi fermarsi e ripartire in modo coerente, avvistati poco sopra l'altopiano di Castelluccio di Norcia e nelle montagne circostanti la piana, ma più che altro proprio sopra "Pian Grande di Norcia", un altopiano imponente di origine carsica, un antico lago naturale montano, di oltre cinque chilometri di lunghezza; tra l'altro uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi d'Italia e non solo. Testimonianze prese inoltre anche da ex militari e appartenenti alle forze dell'ordine che hanno dichiarato ai nostri inquirenti di aver visto direttamente queste luci anomale, in passato. Tali testimoni non possono sicuramente essere persone abituate a trattare certi argomenti e materie, quindi sono da considerarsi dichiarazioni comunque genuine e attendibili. Poi ci sono da aggiungere le nostre di testimonianze; considerato il fatto delle tante indagini svolte in zona che hanno riguardato avvistamenti di "PVL" acronimo da noi coniato che sta a indicare: Plasmoidi Volanti Luminescenti, visti, ripresi, fotografati e analizzati strumentalmente dai nostri esperti della sezione ufologica e fortiana del Mystery Investigation & Research negli anni passati. I PVL dei Sibillini seppur molto meno appariscenti e frequenti sono alquanto simili ai plasmoidi volanti che da oltre mezzo secolo vengono avvistati e studiati nella valle di Hessdalen in Norvegia (vedere articoli su Hessdalen qui nel nostro blog) Questo per dire che tutta la zona dei Sibillini da sempre è soggetta a una moltitudine di ogni tipo di mistero ed enigma, al di là delle tante leggende e racconti dovuti al mito della Sibilla, che appunto da il nome a questa catena montuosa degli appennini centrali. Anche nel paese di Pretare molto prima che diventasse noto per la vicenda Caponi, ci sono state alcune storie e  testimonianze di avvistamenti in cielo e di tracce al suolo di oggetti o luci misteriose.

Scetticismo e Accuse: La Difesa di Filiberto Caponi

Inevitabilmente, un caso di tale portata non mancò di suscitare scetticismo e dubbi. Molti misero in discussione l'autenticità degli avvistamenti e delle fotografie, suggerendo che potesse trattarsi di un abile montaggio o di una semplice suggestione collettiva. Filiberto Caponi si trovò persino a dover difendersi dall'accusa di aver fabbricato l'intera storia, magari plasmando con la creta una figura per poi fotografarla.

Nonostante le critiche e le accuse, Caponi mantenne sempre la sua versione dei fatti, dichiarando con fermezza di aver visto e fotografato qualcosa di reale e di inspiegabile. Come lui stesso ha affermato: «Io so quello che ho visto e che ho fotografato». Questa convinzione, unita alla persistenza di alcuni elementi inspiegabili, ha contribuito a mantenere vivo l'interesse sul caso nel corso degli anni.

Il Mistero Persiste: Un Caso Ancora Aperto

A distanza di oltre trent'anni dagli eventi del 1993, il "Caso Caponi" rimane uno dei più emblematici e dibattuti della storia dell'ufologia e della criptozoologia italiana. Le fotografie, le testimonianze e le indagini condotte all'epoca non hanno portato a una spiegazione definitiva, lasciando spazio a diverse interpretazioni e ipotesi.

Alcuni continuano a credere fermamente nella possibilità di un incontro con un essere extraterrestre, extra-dimensionale o con una forma di vita sconosciuta. Altri propendono per spiegazioni più convenzionali, come errori di identificazione, fenomeni naturali particolari o, appunto, una elaborata messa in scena.

Pretare Oggi: Memoria di un Mistero in un Territorio Ferito

Oggi, la piccola frazione di Pretare porta ancora le cicatrici del devastante terremoto del 2016, che l'ha rasa al suolo. In questo contesto di ricostruzione e di memoria, il "Caso Caponi" rappresenta un singolare capitolo della storia di questo territorio, un ricordo di un periodo in cui l'ordinario fu bruscamente interrotto dall'irruzione dell'ignoto.

Filiberto Caponi, un apprezzato artista di 55 anni, continua a vivere e lavorare nella sua terra, portando con sé il ricordo di quegli incontri che hanno segnato la sua vita e la storia di Pretare. Il suo caso rimane un monito sulla vastità di ciò che ancora non conosciamo e sulla persistente capacità dell'essere umano di interrogarsi sui misteri che ci circondano.

Il "Caso Caponi" non ha trovato una risposta definitiva, e forse non la troverà mai. Ma la sua "eco" continua a risuonare, alimentando la curiosità e la ricerca di coloro che, come la nostra organizzazione MIR, dedicano la loro esperienza cinquantennale all'esplorazione dei confini della nostra realtà. Un mistero marchigiano questo che ha saputo catturare l'immaginazione del mondo intero, dimostrando quanto sottile possa essere il confine tra ciò che conosciamo e ciò che ancora ci sfugge.

Anche di questo articolo potete ascoltare il podcast audio con ospite speciale della puntata: "Filiberto Caponi" nel nostro canale YouTube 

(La redazione di Mondo Arcano e del Mystery Investigation & Research - MIR)



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