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venerdì 28 agosto 2009
I MISTERI
Conosciamo tutti cosa stia ad indicare il termine “mistero”. E’ un arcano, un enigma. In altre occasioni, però, il vocabolo assume il significato di rompicapo o la connotazione di una sciarada. Oppure, più genericamente, è la caratterizzazione di una situazione ambigua difficile a comprendere, della quale si fa fatica ad uscire. Tutto sommato, è il termine vago nel quale le persone comuni si rifugiano quando non comprendono una determinata situazione.
Ma in antico le cose stavano altrimenti. Il termine “mistero” possedeva un significato ben preciso e caratterizzante. Designava talune saggezze religiose proprie del mondo classico, specialmente dell’età ellenistico-romana. Giacché offrivano risposte a problematiche che rimanevano estranee alla religione pubblica e concernevano il significato dell’esistenza e della salvezza dei fedeli, i misteri si posero di fatto in alternativa al culto ufficiale.
Ci si può subito accorgere come costitutivo dei misteri fosse stato il fattore iniziatico, per certi versi esoterico. Ovvero il mistero nel senso greco di arretòn, ineffabile ed indicibile. Un mistero noto ai partecipanti ai riti, i quali tuttavia furono vincolati al silenzio rispetto alla gente non iniziata. In questo senso appare suggestiva l’etimologia della parola stessa, risalente alla radice indoeuropea mu, che indica il dito posto sulle labbra per intimare il silenzio, da cui il latino mutus, il cui significato conosciamo.
Alcuni misteri si originarono in Grecia, mentre altri si formarono dall’incontro con le culture religiose mediorientali. Fra i primi sono noti i Misteri di Eleusi legati al culto di Demetra e di Persefone. Quelli Orfici e quelli di Attis provenivano dalla Frigia, quelli di Iside e di Osiride dall’Egitto e quelli di Mitra dalla Persia. Questi ultimi si caratterizzarono come un culto solare che contribuì allo sviluppo delle tendenze monoteistiche degli ultimi periodi dell’impero romano e, quindi, anche del Cristianesimo.
In seno ai misteri fu frequente il riferimento ad una letteratura sacra di contenuto dottrinario e ritualistico, che offriva le promesse di salvezza agli iniziati e che era basata sul mito di una divinità che muore e che rinasce (cfr. Gesù Cristo). Nonché essi si collegarono ad una visione soteriologica periodica del mondo, che comprendeva il ciclo vita-morte individuale sulla base dell’alternarsi delle stagioni e dei fenomeni naturali.
di Gabriele Petromilli (dir. M.I.R.)